C’รจ un equivoco che ritorna sempre, come un riflesso automatico: pensare che la ๐ง๐จ๐ง๐ฏ๐ข๐จ๐ฅ๐๐ง๐ณ๐ sia una scelta comoda. Una zona neutra. Una fuga dal conflitto.
ร l’opposto.
In realtร , oggi la nonviolenza รจ una ๐ง๐๐๐๐ฌ๐ฌ๐ข๐ญ๐̀ ๐ฉ๐จ๐ฅ๐ข๐ญ๐ข๐๐, non soltanto un esercizio morale. ร una scelta di efficacia, in un tempo in cui gli ๐ฌ๐ฉ๐๐ณ๐ข ๐๐๐ฆ๐จ๐๐ซ๐๐ญ๐ข๐๐ข si stanno restringendo e il conflitto viene progressivamente espulso dalla sfera politica.Viviamo una fase in cui il conflitto sociale e politico non รจ piรน considerato parte fisiologica della democrazia, ma trattato come un problema di ๐ฌ๐ข๐๐ฎ๐ซ๐๐ณ๐ณ๐. Le domande di giustizia diventano rischi da contenere, le mobilitazioni minacce da prevenire, il dissenso qualcosa da sorvegliare e, sempre piรน spesso, da reprimere.
Negli Stati Uniti, strumenti come il ๐๐๐ญ๐ข๐จ๐ง๐๐ฅ ๐๐๐๐ฎ๐ซ๐ข๐ญ๐ฒ ๐๐ซ๐๐ฌ๐ข๐๐๐ง๐ญ๐ข๐๐ฅ ๐๐๐ฆ๐จ๐ซ๐๐ง๐๐ฎ๐ฆ ๐๐๐๐-๐ rendono esplicita questa direzione: categorie vaghe, definizioni elastiche, un uso politico della nozione di “๐ญ๐๐ซ๐ซ๐จ๐ซ๐ข๐ฌ๐ฆ๐จ ๐ข๐ง๐ญ๐๐ซ๐ง๐จ” che puรฒ inglobare dissenso, attivismo e critica radicale. Antifascismo, anti-americanismo, anti-capitalismo, ostilitร verso modelli “tradizionali”, posizioni su migrazione, genere o diritti civili diventano ๐ข๐ง๐๐ข๐๐๐ญ๐จ๐ซ๐ข ๐๐ข ๐ซ๐ข๐ฌ๐๐ก๐ข๐จ, non piรน opinioni politiche.
Quando le idee diventano indizi e le posizioni fattori di pericolositร , il problema non รจ piรน solo americano. ร un modello.
E quel modello lo vediamo all’opera anche in Europa.
In ๐๐ง๐ ๐ก๐๐ซ๐ข๐, la compressione dei diritti civili e dello spazio pubblico รจ ormai sistemica: societร civile, universitร , diritti LGBTQ+, libertร di stampa. Non attraverso rotture clamorose, ma mediante una normalizzazione lenta e pervasiva.
In ๐๐ฎ๐ฌ๐ญ๐ซ๐ข๐, l’estensione degli strumenti di prevenzione e sorveglianza rischia di colpire organizzazioni della societร civile impegnate in attivitร pacifiche, limitando libertร di associazione ed espressione.
In ๐๐ญ๐๐ฅ๐ข๐, conosciamo bene questa deriva: decreti sicurezza, inasprimento delle pene per chi manifesta, retorica dell’ordine come valore supremo. Il conflitto รจ tollerato solo se non disturba. Se disturba davvero, diventa un problema.
In questo contesto, la violenza — anche simbolica, anche episodica — รจ sempre il miglior alleato di chi vuole restringere diritti e libertร .
๐๐๐ฅ๐๐ฌ๐ญ๐ข๐ง๐: ๐ฅ๐ ๐๐๐ฅ๐๐ ๐ข๐ญ๐ญ๐ข๐ฆ๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ ๐๐จ๐ฆ๐ ๐ฌ๐ญ๐ซ๐๐ญ๐๐ ๐ข๐
Sulla Palestina questa dinamica emerge in modo particolarmente brutale.
In molti paesi europei, la solidarietร al popolo palestinese viene progressivamente spostata dal piano dei ๐๐ข๐ซ๐ข๐ญ๐ญ๐ข a quello della ๐ฌ๐ข๐๐ฎ๐ซ๐๐ณ๐ณ๐. Criticare le politiche del governo israeliano, denunciare l’occupazione e lo sterminio della popolazione civile, chiedere il ๐๐๐ฌ๐ฌ๐๐ญ๐ ๐ข๐ฅ ๐๐ฎ๐จ๐๐จ e il rispetto del ๐๐ข๐ซ๐ข๐ญ๐ญ๐จ ๐ข๐ง๐ญ๐๐ซ๐ง๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐๐ฅ๐ ๐ฎ๐ฆ๐๐ง๐ข๐ญ๐๐ซ๐ข๐จ รจ diventato, negli ultimi anni, un atto sospetto.
Il passaggio decisivo avviene quando questa denuncia esce dai circuiti militanti, diventa oggetto di attenzione da parte degli organismi internazionali e assume una dimensione ๐๐ข ๐ฆ๐๐ฌ๐ฌ๐. Centinaia di migliaia di cittadini, associazioni ed enti locali hanno preso posizione di fronte a una tragedia umanitaria senza precedenti.
A quel punto, una parte del dibattito pubblico sceglie una scorciatoia: non discutere il merito delle richieste — legalitร internazionale, protezione dei civili, aiuti umanitari — ma delegittimare il movimento sul piano morale, appiccicandogli un’etichetta che pesa come una condanna: ๐๐ง๐ญ๐ข๐ฌ๐๐ฆ๐ข๐ญ๐ข๐ฌ๐ฆ๐จ.
ร una confusione deliberata. Si mescola la critica a un governo con l’odio verso un popolo. Si cancella la distinzione tra antisionismo, critica politica, solidarietร umanitaria e pregiudizio antiebraico. Il risultato รจ duplice: si colpisce la credibilitร di chi protesta e si sposta il conflitto dal terreno dei fatti a quello delle intenzioni, dove รจ piรน facile criminalizzare e piรน difficile difendersi.
Dirlo non significa minimizzare un problema reale. L’antisemitismo esiste, รจ pericoloso e va combattuto senza ambiguitร . Ma proprio perchรฉ รจ una cosa seria, non puรฒ essere usato come ๐๐ฅ๐๐ฏ๐ ๐ฉ๐จ๐ฅ๐ข๐ญ๐ข๐๐ per zittire chi chiede diritti e protezione dei civili. Se tutto diventa antisemitismo, alla fine nulla lo รจ davvero: si banalizza il termine e si indebolisce la lotta contro l’odio autentico.
In questo scenario, ogni ambiguitร , ogni atto violento, ogni linguaggio che scivola nella radicalizzazione diventa un’arma contro la causa stessa. Non perchรฉ la richiesta di giustizia sia sbagliata, ma perchรฉ il contesto politico รจ costruito per usare la violenza come alibi per il silenzio.
La veritร necessaria รจ che la violenza non rafforza la causa palestinese — e non rafforza nessuna causa. La rende piรน isolabile, piรน fragile, piรน facilmente reprimibile.
๐๐๐ซ๐๐ข๐ง๐: ๐ฅ๐ ๐ง๐จ๐ง๐ฏ๐ข๐จ๐ฅ๐๐ง๐ณ๐ ๐๐จ๐ฆ๐ ๐ซ๐๐ฌ๐ฉ๐จ๐ง๐ฌ๐๐๐ข๐ฅ๐ข๐ญ๐̀ ๐ฉ๐จ๐ฅ๐ข๐ญ๐ข๐๐
Il tema dell’Ucraina rende il quadro ancora piรน complesso e ci obbliga a uscire dalle semplificazioni.
L’invasione russa รจ un’aggressione evidente, una violazione del diritto internazionale e della sovranitร di uno Stato. Difendere il popolo ucraino significa riconoscere questo dato senza ambiguitร .
Ma riconoscerlo non puรฒ significare rinunciare a una riflessione politica piรน ampia. In Europa, il conflitto ucraino รจ stato spesso utilizzato per legittimare una ๐ง๐จ๐ซ๐ฆ๐๐ฅ๐ข๐ณ๐ณ๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐ ๐ฎ๐๐ซ๐ซ๐: aumento vertiginoso delle spese militari, retorica bellica permanente, riduzione dello spazio per il dissenso pacifista, sospetto verso chi pone domande su escalation, diplomazia e soluzioni negoziali.
Anche qui, la nonviolenza non รจ negazione della realtร , ma ๐ซ๐๐ฌ๐ฉ๐จ๐ง๐ฌ๐๐๐ข๐ฅ๐ข๐ญ๐̀ ๐ฉ๐จ๐ฅ๐ข๐ญ๐ข๐๐. ร il rifiuto di accettare che la guerra diventi l’unico linguaggio possibile, l’unica risposta pensabile, l’unico orizzonte.
Chi chiede negoziati, ๐๐๐ฌ๐ฌ๐๐ญ๐ ๐ข๐ฅ ๐๐ฎ๐จ๐๐จ e canali diplomatici non sta “tradendo” nessuno. Sta difendendo l’idea che la pace non sia una resa, ma un ๐จ๐๐ข๐๐ญ๐ญ๐ข๐ฏ๐จ ๐ฉ๐จ๐ฅ๐ข๐ญ๐ข๐๐จ da costruire.
Nonviolenza non รจ equidistanza
Serve dirlo con chiarezza: la nonviolenza non รจ equidistanza, nรฉ ingenuitร .
ร una ๐ฌ๐๐๐ฅ๐ญ๐ ๐๐ข ๐๐๐ฆ๐ฉ๐จ.
ร decidere dove si combatte il conflitto.
ร non farsi trascinare dove il potere oppressivo รจ piรน forte: nella paura, nell’emergenza permanente, nella logica amico-nemico.
La nonviolenza รจ conflitto aperto, ma leggibile: si capisce chi chiede cosa, contro chi o cosa si protesta, su quali principi — diritti, legge, giustizia.
ร radicalitร che non regala appigli a chi vuole chiudere gli spazi democratici.
Storicamente, i movimenti nonviolenti hanno ottenuto risultati proprio perchรฉ hanno reso evidente l’๐๐ฌ๐ข๐ฆ๐ฆ๐๐ญ๐ซ๐ข๐ ๐ฆ๐จ๐ซ๐๐ฅ๐ ๐ญ๐ซ๐ ๐๐ก๐ข ๐ซ๐๐ฉ๐ซ๐ข๐ฆ๐ ๐ ๐๐ก๐ข ๐ซ๐๐ฌ๐ข๐ฌ๐ญ๐.
Quando questa asimmetria si spezza, quando la violenza entra in campo, il potere torna immediatamente in vantaggio.

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