La maggioranza e la giunta del
Comune di Bracciano hanno intenzione di non
opporsi, come hanno fatto invece molti Comuni del Lazio, alle procedure
sostitutive ex art. 153, comma 1, e 172, comma 4, D.Lgs n.152/2006, così da privatizzare il servizio idrico entrando
nell’ATO 2 gestito da ACEA S.p.A.
Per fermare questo scellerato provvedimento che soccombe
al diktat dei poteri forti, Bracciano
Bene Comune ha presentato una
proposta di delibera che chiede al
Sindaco e al Consiglio Comunale di essere coerenti con quanto hanno
sostenuto negli ultimi anni dove addirittura sì è messo questo principio nello
Statuto Comunale riconoscendo “l’acqua
pubblica come bene comune, diritto umano universale e definisce il servizio
idrico quale servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e non
gestibile da soggetti privati.” (art. 3 comma 5 dello Statuto).
Il Comune di Bracciano non ha
mai ceduto, finora, la gestione del servizio idrico e proprio adesso vuole
svendere il nostro prezioso bene comune
nonostante siano in dirittura d’arrivo i regolamenti regionali che dovrebbero garantire
il principio che l’acqua è un bene
comune e che non è una merce su cui lucrare. Infatti Lunedì 3 Agosto la commissione
ambiente della regione ha approvato all’unanimità alcuni emendamenti alla legge
regionale 5/2014 (che recepisce l’esito dei referendum sull’acqua) i quali
superano l’impugnazione della stessa legge – su alcuni punti specifici – da
parte del governo. L’iter di approvazione definitiva della legge si concluderà nei
prossimi giorni, essendo stata messa all’ordine del giorno del consiglio
regionale. La versione aggiornata della legge 5 – che fu approvata nel 2014 dal
consiglio regionale su proposta del forum sull’acqua pubblica - seppure
modificata in alcuni punti rispetto alla versione originaria, mantiene tutta la
sua valenza a garantire i principi generali di gestione pubblica dell’acqua e
di rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione stessa
del servizio idrico integrato.
Occorrerà
poi passare alla definizione degli ABI (Ambiti di bacini Idrografici) che
“sostituiscono” i vecchi ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) con la discussione
della proposta di legge n. 238 di definizione degli ABI – redatta dal Forum per l’acqua pubblica e presentata da
consiglieri di vari gruppi su iniziativa di Sinistra
Ecologia e Libertà e Movimento 5
Stelle: a tal fine, nel corso di un recentissimo incontro con il Presidente
del Consiglio regionale, Leodori, l'Ass.re Refrigeri e il Presidente della
Comm. Ambiente, Panunzi, era stato preso l'impegno a porla all'ordine del
giorno dell'aula a partire da inizio settembre.
Settembre
è, dunque, un mese cruciale, perché entro la fine di questo mese la Regione
Lazio dovrà completare l’iter legislativo superando il vecchio regime basato
sugli ATO, pena interventi legislativi di organismi superiori (si è parlato di
commissariamento, ma, appunto, casomai non prima della fine del mese di
settembre). Il Comune di Bracciano pare non conoscere questo processo di
riforma che la Regione Lazio sta portando a termine, ed è intenzionato a cedere
la gestione dell’acqua ad ACEA
ACEA SpA per sua natura è una
società chiamata a fare profitto, oltre alla quota azionaria
detenuta dal Comune di Roma, è controllata anche dal Gruppo Caltagirone e da
Suez SpA. multinazionale francese che si muove senza troppi scrupoli in tutto
il mondo acquisendo la gestione delle utilities (acqua luce gas…). ACEA SpA aumenterà le tariffe di almeno del 40%, e come già sta avvenendo
nei comuni in cui è presente praticherà spietati
distacchi del servizio a chiunque non potrà pagare.
A quel punto chi difenderà i
nostri anziani indigenti che non potranno permettersi di pagare ACEA? Come
faranno a vivere con i sigilli sui rubinetti dell’acqua corrente? Noi denunciamo la strumentalità di questa
posizione finalizzata alla privatizzazione della gestione dell’acqua, e
diffidiamo il Comune a procedere su questa strada: infatti, se la cessione
all’ACEA dovesse concludersi, l’operazione sarebbe in profondissimo contrasto
con la nuova legislazione regionale, con ciò provocando un danno per tutti i
cittadini: questo, sì, è il danno erariale di cui si renderebbe responsabile
chi sta gestendo il Comune di Bracciano in maniera palesemente inefficiente e
dannosa per la nostra comunità: il Sindaco Sala e l’alleanza centrista promossa
e voluta dal PD, in piena sintonia con l’andazzo nazionale.
A tutto questo inquietante scenario piegato al più bieco
liberismo, Bracciano Bene Comune si
oppone e esige che venga rispettata la
volontà dei cittadini che hanno chiesto a gran voce che non si speculi su un
bene primario come l’acqua!
Ribadiamo, pertanto, la richiesta pressante al Sindaco di Bracciano, e alla sua
maggioranza, di unirsi al movimento
dei sindaci di tantissimi altri Comuni del Lazio, contro la privatizzazione dell’acque e a sostegno delle iniziative
legislative coerenti con l’esito referendario, di approvare, pertanto, la
proposta di delibera di Bracciano Bene
Comune
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